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I fiori dopo la grandine (NaturalMente)

I fiori dopo la grandine (NaturalMente)

Qui a Milano qualche giorno fa siamo stati sorpresi da una forte grandinata, talmente forte che credo di non averne mai vista una simile. Fuori casa la strada era completamente ricoperta di ghiaccio e dai dossi precipitavano fiumi di acqua grazie alla pioggia. Il risultato di questo evento è stata la distruzione totale del mio più grande miracolo vegetale, ovvero dei bellissimi fiorellini viola. Non che gli abbia mai dedicato cure speciali ma nemmeno li ho fatti morire prima del tempo, il che mi è sempre sembrato miracoloso.

La mattina dopo quando li ho visti mi è spiaciuto davvero tanto, erano così belli e al massimo della loro espressione ed ero quasi decisa a tirare su quello che ne restava per buttarli ma per qualche impegno sopraggiunto ho rimandato a più tardi il mio proposito. Poi però ho scambiato due parole con un giardiniere che mi ha detto così : “Le piante non vanno buttate dopo la grandine, bisogna dar loro tempo. Spesso si riprendono e crescono più belle di prima.”

Ma dai, ma davvero la Natura sa fare questo? Ha bisogno di tempo e poi tira fuori un capolavoro del genere, ovvero resiste alla grandine? Nella mia testa curiosa subito è nata una riflessione. Quando lavoro tengo sempre conto delle lezioni della Natura in noi esseri umani che in fin dei conti siamo pur sempre animali. Perché per quanto possiamo essere istruiti, tecnologici, internazionali e organizzati in fin dei conti nel nostro cervello ancora abitano parti ancestrali che ci ricordano il nostro essere animali. Per questo mi piace conoscere i fenomeni naturali e fare dei parallelismi con la Psiche e le sue manifestazioni, una sorta di passaggio dal macrocosmo al microcosmo che si ritrova già nelle filosofie antiche e negli studi di C.G.Jung.

Così il Panico assomiglia ad un uragano o un terremoto per le sue intensità e per il senso di distruzione che porta con sé, ma rassicura il fatto che ogni fenomeno intenso ha sempre durata breve. Tanto più fa rumore tanto meno tempo dura. E le emozioni sono movimento e ricordano le onde del mare, che vanno e vengono e che possiamo così osservare senza venirne sopraffatti. Onde che possono essere alte o basse, impetuose o leggere. E ancora la stasi dell’inverno, la sua chiusura, il senso di attesa che poi lascia posto all’apertura della primavera riecheggiano in noi, spingendoci a chiusure o aperture a secondo dei diversi momenti dell’anno. In grande così come in piccolo, nella Psiche come nel corpo.

E allora che bello questo messaggio dei fiori che resistono alla grandine, perché anche se sembrano delicati e fragili possono comunque rialzarsi dando loro il giusto tempo. Magari servirà un supporto, una sorta di aiuto esterno ma nella loro Natura esiste la possibilità di rialzare la testa per tornare ad aprirsi e riempire l’aria di profumo. Magari non succederà questa stagione e occorrerà attendere un po’ ma sapere che può accadere è confortante.

Perché anche dentro di noi a volte arriva una grandinata a fare grandi danni ma forse se abbiamo pazienza di aspettare qualcosa rinasce nel tempo oppure fa capolino qualcosa di buono che finalmente trova lo spazio che stava aspettando. Non sempre fine significa chiusura, spesso vuole dire solo trasformazione.

“La nostra psiche è costruita in armonia con la struttura dell’universo, e ciò che accade nel macrocosmo accade ugualmente negli infinitesimi e più recessi dell’anima.” Carl Gustav Jung

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