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IL SONNO DEI BAMBINI

IL SONNO DEI BAMBINI

Il sonno dei bambini è un argomento che, a parte pochi eletti e fortunati, a un certo punto della vita riguarda tutti i genitori. Perché una notte persa è un conto, poi si recupera, ma quando iniziano a diventare tante, una dopo l’altra e senza la possibilità di riprendere appieno le forze, la stanchezza sembra prendere il sopravvento su tutto e dormire una notte intera diventa una specie di miraggio.

Si sono scritti tanti articoli e libri su questo tema, soffermandosi soprattutto sugli accorgimenti pratici da mettere in atto cose per favorire un buon sonno nei piccoli.

Si parla di routine pre-nanna, come ad esempio abbassare l’intensità delle luci, leggere insieme un libro o comunque dedicarsi ad attività rilassanti che possano favorire uno stato di calma nel bambino.

Alcune strategie, proposte da esperti, hanno preso piede più di altre, come il famoso metodo Estivill (poi ritrattato dallo stesso autore) abbastanza duro nei modi, fino a metodi che accompagnano il bimbo verso l’autonomia con fermezza ma anche con dolcezza, come ad esempio nel contributo di Tracy Hogg.

Credo sia utile conoscere le varie proposte per trarne spunto e scegliere ciò che a parer nostro è meglio, soprattutto per il nostro bambino, cercando di evitare quindi di prendere come oro colato qualsiasi consiglio provenga da un esperto esterno che, pur se tale, non conosce a fondo la nostra personale situazione.

Con questo articolo vorrei però porre luce su un aspetto della questione, che secondo me viene spesso lasciata da parte e che considero fondamentale. E’ vero che ci sono tante cose da fare per aiutare un bimbo a dormire meglio e più a lungo, però c’è anche un modo, un come farle. Voglio dire che è importante, almeno nello stesso modo delle varie strategie, quello che è il vissuto della madre rispetto al sonno, ma soprattutto l’autonomia del proprio figlio. Parlo di madre ma il discorso è generalizzabile ovviamente a chi se ne occupa, padre, nonno, baby sitter, genitori adottivi, senza distinzioni insomma.

Molte donne lucidamente dicono di voler un figlio autonomo e che le lasci respirare, ma poi, sotto sotto, desiderano tutt’altro, ovvero un bambino che dipenda da loro e che in qualche modo si prenda la briga di farle sentire indispensabili e mai sole. Spesso sono moti inconsci, che derivano da storie famigliari non serene, in cui magari si è sofferto molto di solitudine, per cui non è facile rendersene conto.

Spesso però se si decide di guardarsi dentro con onestà, e quindi di farsi delle domande a cui rispondere sinceramente, non è impossibile scoprire questo tipo di desideri “anti-autonomia” dentro di sé, anche se il motivo non è ben chiaro a noi stessi.

Voglio dire, vedere crescere il proprio bimbo è meraviglioso, ma già è normale che una parte di sé, come genitore, lo viva con una punta di nostalgia o dispiacere, ancora di più se la propria esperienza di figlio non è stata idilliaca. E questo tipo di sentimento può decisamente ostacolare un sonno autonomo. E per autonomo intendo: nel proprio lettino, con la capacità di riaddormentarsi da solo o con un minimo intervento dei genitori, durante gli eventuali risvegli notturni e prendendo sonno non in braccio né grazie al biberon, ma soltanto con la presenza, sempre più marginale, di mamma e papà. E’ un percorso che richiede del tempo, pazienza e soprattutto fermezza, ma perfettamente, a parer mio, conciliabile con un atteggiamento dolce ed affettuoso.

Se però io, come madre, ho paura del distacco e mi sento meno sola a tenere il piccolo nel letto con me, posso anche attuare tutti i comportamenti possibili ma non lo farò con convinzione o è possibile che a un certo punto tornerò indietro, riattivando le vecchie abitudini. E, oltre a non riposare bene ottengo l’effetto, spesso sottovalutato, di non aiutare mio figlio nel percorso verso l’autonomia, di cui il sonno è una delle prime espressioni.

Per questo vi consiglio, prima di ogni strategia, di chiedervi molto onestamente se siete pronti a vedere il vostro bimbo non avere più bisogno di voi per riposare bene, se vi spaventa oppure no, e come il suo crescere vi fa davvero sentire.

A tal proposito un libro che ritengo ben fatto sull’argomento è scritto da una Psicoterapeuta tedesca, Christine Rankl, si chiama: “Dorme finalmente” e vi auguro che il titolo sia di buon auspicio.  🙂

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