Ogni storia, ogni incontro in terapia, è per me una sorta di viaggio alla scoperta di nuovi mondi. Ho sempre pensato infatti che questo lavoro, per farlo bene, richieda una certa dose di sincera curiosità oltre che tutto il resto. Perché il mondo del paziente ti deve davvero interessare, in modo autentico.
Ci sono griglie di domande e indicazioni per quello che è l’anamnesi perfetta, ovvero la ricostruzione del passato e del presente della persona che si ha avanti e per lo più ci si sofferma sulla storia, le relazioni attuali, il sintomo e le sue caratteristiche. Ma per la mia esperienza a volte conviene molto di più mettersi in ascolto e lasciarsi andare a ciò che emerge in modo spontaneo.
Le persone abitano le storie che portano, loro le vivono tutti i giorni e hanno un loro modo personale di narrarle, sia a sé che agli altri. Hanno più volte pensato al perché di certe azioni e vissuti, rivivendolo nella mente quasi fosse il copione di un film, che va in scena anche di notte. Hanno tratto le loro conclusioni e arrivano in studio perché vogliono presentarcele a modo loro, fosse anche attraverso il silenzio.
Certo che il terapeuta fa domande, deve saperne sempre di più, mentre ascolta nella sua testa si delinea una chiave di lettura, un percorso di cura e ha necessità assoluta di conoscere il più possibile. Ma più di tutto, quale siano gli strumenti di diagnosi e poi di cura, io credo che conti moltissimo l’autenticità e il reale interesse per quella persona specifica, per il suo mondo, le sue battaglie e le sue sconfitte.
Se sorridi e pensi ad altro o se il tuo è un modo artificiale di esserci la persona lo sa, lo coglie. Magari non razionalmente, ma dentro sì, lo avverte inconsciamente, perché c’è tutto un mondo non verbale che non sa nascondere i sentimenti reali.
Allora, nell’ascolto autentico, nascono domande: cosa ha portato quella persona a quella reazione? Cosa ha vissuto, come si è sentita? Quale particolare difesa ha messo in campo per riuscire a sop-portare certi dolori? E’ pronta per conoscere ciò che ha dentro?
Nessuno è uguale ad un altro e mettersi in ascolto è una grande occasione per esplorare modi e mondi che altrimenti non avremmo mai conosciuto, e a cui sono sinceramente grata di avermi accolto e arricchito.
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