Il cambio dell’ora porta sempre con sé un po’ di tristezza e senso di solitudine, e nel mio caso anche un filo di nervosismo, avendo un bambino abbastanza abitudinario (so già che mi toccherà la levataccia). Non a caso pare sia il momento in cui certi disturbi psicologici peggiorano o si manifestano per la prima volta, soprattutto i sintomi depressivi, che risentono della mancanza di luce e delle giornate più corte.
Il rischio è quello di rinchiudersi in casa appena fa buio e questo bene non fa, perché sarebbe come infilarsi in una notte infinita. Mentre invece uscire è importante, così stare in compagnia, nonostante certe giornate fredde e uggiose non invoglino ad uscire.
Oggi però non voglio fermarmi a questa lettura del periodo, ma voglio condividere con voi quello che questa stagione in me evoca. Il mio è un lavoro che si svolge soprattutto nel pomeriggio, per questo esco spesso tardi dallo studio, quando ormai è ora di cena. In questi giorni stavo camminando verso la macchina e vedevo le luci accese nelle case, che facevano capolino dalle finestre. E in me, più che tristezza, hanno evocato altro: calore, raccoglimento, silenzio.
Non un senso di chiusura ma di pausa, attesa, dai trambusti dell’Estate e l’energia impetuosa della Primavera. Un momento cioè per estraniarsi dal caos ed entrare in se stessi, che detto da una Psicologa non fa certo scalpore, posso capirlo. La possibilità di fermarsi e rannicchiarsi, di chiedersi cosa davvero conta, andare dentro di sé ed ascoltarsi. Sentirsi, farsi delle domande, aspettare.
Raccogliersi come un piccolo fiore che produce e trattiene tutte le energie prima di sbocciare ed esprimerle all’esterno, questa è l’immagine che evoca in me.
Sarà che ho avuto (e ho) una famiglia che è stata tale, che mi ha dato una bellissima esperienza di calore e condivisione, e non è una fortuna che hanno tutti. Sarà che trovo l’ozio e l’inattività due grandi alleati, soprattutto della vita moderna.
In ogni caso credo che questo periodo vada sfruttato, cercando quella solitudine che è raccoglimento, e non senso di vuoto, e quel silenzio che è pace e non desolazione assordante. Trovando un buon equilibrio tra chiusura e apertura verso l’esterno.
Guardate alle luci delle finestre come a tutto questo, come fosse una possibilità per ascoltarvi e comprendere cosa davvero vi va di fare, cosa ha importanza. La Primavera tornerà.
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