
La vita sa essere molto lunga, se siamo fortunati. E in un margine di tempo così lungo non è raro attraversare in cui ci sentiamo spenti e senza stimoli.
Momenti in cui rientriamo dal lavoro e ci lasciamo attrarre passivamente dal divano, in cui ogni giorno, uguale, sembra seguire una sera altrettanto uguale, dove non accadono grandi cose né si avvertono grosse emozioni.
A volte nemmeno ne siamo consapevoli, di questo stato, di questa sorta di apatia e appiattimento emotivo e siamo convinti che vada tutto bene. Tutto bene, perché non va male. Tutto bene, perché non ci sono grossi scossoni o colpi di scena, nel bene o nel male.
Possiamo rimanere in uno stato di simile torpore anche per anni e possiamo esserlo da soli o in coppia, con la crescente convinzione che magari è giusto così, che nulla deve più accadere, che forse, in fondo, la felicità è questa.
Ma.
Ma una vocina, fiebile e timida, si fa strada in noi, ci fa mettere in dubbio questo stato di cose, ci fa venire il piccolo, piccolissimo tarlo che qualcosa bene non va in effetti. Che avvertiamo un disagio e che noi, alla fine, non stiamo poi così bene come vorremmo credere.
Perché abita in noi il desiderio di essere e sentirci pieni e realizzati, di avere una vita non sempre piatta, ma che ci faccia vivere delle emozioni, dei batticuori. Perché, a dispetto dell’età che abbiamo, avvertiamo la necessità, ogni tanto, di ribaltare le regole e le aspettative, di sentire sul viso l’aria fresca del rischio e del coraggio.
E questa è innegabilmente una grande fortuna, perché la routine, in ogni campo, conduce all’appiattimento, soprattutto se non viene coltivata passione in ciò che si fa e si vive, ed è come un vortice che può tirarci giù e spegnerci, renderci come degli automi.
Ma noi non siamo nati per fare gli automi, noi siamo nati per vivere, per ridere, piangere, arrabbiarci, credere nei nostri sogni, osare. Osare e ancora osare di inseguire ciò che ci rende felici. Che sia un lavoro, una relazione, o qualcosa che riguarda solo e soltanto noi stessi, è sempre meglio uscire da certi torpori, cercare il modo di combattere l’apatia e darci da fare per emozionarci.
Che sia un libro, un film, un’attività o la decisione di aprire il proprio cuore a qualcuno, bisogna darsi una scossa, togliersi di dosso la ruggine e ritornare a sentirsi vivi.
A far sì che ogni giorno non sia più insapore, ma vissuto con passione, e presenza.




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