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IL DOLORE CONGELATO

IL DOLORE CONGELATO

Il dolore congelato è quel malloppo che ti porti dentro, in qualche angolo remoto del tuo Corpo e della tua Anima. Di cui non sai bene che farne né dove metterlo senza che dia fastidio, né a te, né al resto del mondo.

Ma un dolore congelato è come una bomba pronta ad esplodere, anzi forse peggio, perché anche se non lo tocchi e fai di tutto perché non si esprima mai del tutto nella sua potenza lui ha vita propria, è vivo e vegeto.

E lavora, eccome se lavora, entra strisciando nelle tue scelte, ti fa credere di essere libero da ogni condizionamento, ma in realtà è lui che comanda, che manda avanti tutto ciò che per te conta davvero. E’ il motivo per cui scegli al tuo fianco chi non ami davvero, la spiegazione del perché quando vai a dormire, quei brevi attimi prima di chiudere gli occhi, hai la sensazione, costante, che qualcosa non giri nel verso giusto, e non sai perché.

Il dolore congelato è quello che porta una violenza, ancor più se accaduta quando eri piccola e indifesa, è l’effetto di uno shock, è quello che ti resta tra le mani quando perdi qualcuno che per te era vitale. Quando perdi tutto e la vita diventa precaria come non lo è mai stata. A volte non è l’effetto di eventi così drammatici “sulla carta” ma che lo sono per te e che ti portano a cacciare giù, più in fondo possibile un mondo emotivo che hai paura ti possa travolgere.

Ma purtroppo, o forse per nostra eccelsa fortuna, non si può fare, soffocare-ignorare-sublimare a volte anche costruirci una personalità intorno non basta. Perché quel dolore va solo e soltanto SENTITO.

Sentito in un posto protetto, insieme a chi è lì a sorreggervi, che sia un amico o un dottore, sentito per piangerlo, una volta per tutte, sicuramente facendosi un gran male, magari al di sopra di ogni aspettativa, ma poi esaurito, fatto sciogliere. Per sempre.

Come se fosse necessario passarci attraverso per liberarsene, quasi fosse lì a ricordarci quanto siamo fragili, vulnerabili e sciocchi a volte, ma vivi. Vivi perché possiamo sentire, essere e non solo pensare, decidere, organizzare, pianificare… E passarci attraverso la tempesta, passarci davvero e decidere di non fingere, sentire e lasciarsi andare al pianto o alla rabbia è la strada maestra per scongelarlo per sempre quel dolore.

Per svegliarsi una mattina e scoprire che tutta la rabbia, il rancore, la tristezza, l’angoscia, tutto è passato, e il mattino è arrivato veramente.

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