Il talento non è qualcosa che si sceglie, è qualcosa che si ha, un po’ come il colore degli occhi (i capelli no perché esistono le tinte!). Molti pensano di non averne uno, di non essere bravi in niente in particolare, ma è molto difficile che sia così. A volte più che essere ferrati in qualcosa di specifico possediamo alcune caratteristiche di personalità che ci appassionano a determinate attività.
Potremmo ad esempio essere portati all’analisi (ne so qualcosa), sempre spinti ad approfondire, a conoscere, oppure insuperabili nella manualità, o nel saper curare i più piccoli dettagli. Tutte caratteristiche applicabili a più campi, ma non a tutti in modo indiscriminato.
Quando ci dedichiamo a qualcosa che ci appassiona, perché poi questo è il talento, non esiste altro, solo quello che stiamo facendo in quel momento. Il tempo passa in modo diverso, l’attenzione è tutta lì ed è ben difficile che la testa si riempia di pensieri, perché non c’è spazio per altro.
Non tutti hanno la fortuna di vivere il proprio talento nell’ambito lavorativo, molti se ne occupano al di fuori, nei ritagli di tempo, magari quando i figli sono a nanna o nel week-end.
Non ci sono regole, non è detto che se una persona non fa il lavoro “dellasuavita” allora deve cambiarlo, anzi (visti i tempi poi…). Oltre al fatto che la propria passione si può vivere comunque, si può mettere qualcosa di sé anche nel modo di svolgere un lavoro che non amiamo, buttando in campo nostre caratteristiche. Oppure semplicemente cercando il modo di farsela passare, rendendolo più sopportabile.
Non credo che una vita ben spesa, fatta cioè di piccole gioie, ma quotidiane e che ci fanno sentire bene sia così male, anzi. A volte si cade nell’ideale della vita avventurosa, dove si fa tutto ciò che si desidera, dove si cambia sempre. Ma poi la mente ci frega sempre, in fin dei conti ci fa sempre sentire la mancanza di qualcosa. Per questo secondo me conviene sempre partire da ciò che c’è e migliorarlo.
In ogni caso, che il nostro sia un talento per cui veniamo pagati oppure no, è importante trovarlo, scoprirlo, perché ci caratterizza, è un po’ la nostra impronta personale.
E poi è un importantissimo rifugio, un luogo virtuale dove andarsi a nascondere nei momenti bui. Perché si sa che la Vita non è sempre così cortese e a volte trascorrere due ore a pescare, cucinare, mettere le mani nella terra dei vasi, smontare la radio o quant’altro, può davvero fare la differenza.
Rappresenta un modo tutto nostro per vivere momenti felici senza dover dipendere da nessuno. Mica roba da poco.
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