Fateci caso: abbiamo la tendenza di rendere problematica ogni cosa.
Abbiamo sempre motivi per preoccuparci, rabbuiarci, lamentarci, essere pensierosi.
Mentre occasioni per essere spensierati e leggeri sembrano non esserci mai, o comunque sono poche in confronto.
Ma è davvero così? Oppure dipende un po’ anche da noi?
A volte sembra che trascorriamo le giornate ad aspettare sera, quando avremo finito di lavorare e potremo sdraiarci sul divano, poi a sognare le vacanze, per poter oziare, e, andando più in là, che i figli diventino grandi o che arrivi la pensione (se arriva…).
E poi li tempo. Se fa freddo, e che barba l’inverno, se fa caldo l’estate è pesante, e se piove troppo è una noia mortale e la pioggia mi mette tristezza.
La lista potrebbe essere davvero infinita. A ben guardare, c’è sempre qualcosa che non va per il verso giusto, o meglio, come noi vorremmo, e, senza accorgercene, rischiamo veramente di trascorrere la vita ad aspettare tempi migliori.
Ogni evento, piccolo o grande che sia, porta in sé lati buoni, piacevoli, e lati meno buoni, più antipatici, nulla fa eccezione. E per questo abbiamo sempre un motivo per lamentarci, così come ne abbiamo sempre uno per essere contenti. Ma chissà perché prevale sempre il lato buio.
E allora possiamo fare molto, dal canto nostro, per rendere più piacevoli le nostre giornate. Perché la felicità ha molto della scelta, è la volontà di vedere e gioire di ciò che di piacevole c’è.
Che poi, attenzione, non si tratta di fingere, convincersi che tutto va bene, quando non è così. Altrimenti si diventa finti, artefatti, e ci si fa più male che bene, perché si nega ciò che si sente in quel momento, e ci si costringe a sorridere anche quando non se ne ha voglia.
Come certi filoni di psicologia positiva che consigliano di svegliarsi la mattina e dirsi allo specchio quanto si è forti e speciali. Voglio vedere quando hai passato la notte in bianco o sei piegato dal dolore.
Si tratta invece di decidere di farsi “bastare” e quindi apprezzare ciò che c’è di buono in quel particolare momento, vederlo ed esserne contenti, pur sempre continuando ad ambire a ciò che manca.
Perché ciò che manca e desideriamo abbiamo il diritto, se non il dovere, di andarcelo a prendere, si tratta di noi, della nostra strada, del nostro percorso, che si tratti di un lavoro migliore, un fidanzato o solo un po’ di riposo, e dobbiamo cercare di raggiungerlo, darci da fare, ma anche non fissarci solo su ciò che non va.
Altrimenti rischiamo di passare il nostro tempo a pensare a ciò che non c’è, invece di goderci ciò che c’è. E la felicità è fatta di attimi, di momenti, non è il frutto di un equilibrio in cui tutto va bene, non dobbiamo attaccarci agli eventi esterni per stare bene.
Io credo che non dobbiamo accontentarci, ma ambire sempre al meglio, ma nel frattempo godiamoci il viaggio, guardiamoci in giro, cerchiamo di stare bene con ciò che c’è, ora, in questo momento.
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