
Ci sono momenti in cui abbiamo l’esatta percezione di essere davanti all’ignoto. Non sappiamo minimamente cosa succederà, anche proprio cosa noi stessi sceglieremo. Accade di solito quando stiamo per affrontare cambiamenti importanti, che siano scelti o subiti. Ci ritroviamo a dover srotolare abitudini consolidate da anni e a ricostruire da capo una routine, passo dopo passo.
A volte è una separazione, una malattia, altre volte una rivoluzione, a volte è sufficiente diventare genitori per sentirsi così, smarriti e impauriti, senza uno schema preconfezionato per affrontare al meglio la realtà, o quantomeno avere l’illusione di farlo.
Come si fa? Non esistono ricette. E’ come camminare su una spiaggia di sassolini, tocca sentirli uno per uno sotto i piedi e andare avanti, fino a quando non ci si abitua.
Si cerca di avere coraggio e affrontare un passo alla volta quello che viene, occupandosi solo del futuro più prossimo, al più tardi di domani. L’incertezza non deve essere per forza una nemica, può essere una compagna di viaggio discreta, che si nutre di libertà e spirito di avventura. E l’ignoto non è sempre portatore di disgrazie.
In fin dei conti, a volte è un’occasione per scoprire parti di sé sopite o mai nate, che solo in questo modo possono emergere.
Potrebbe anche andare tutto bene, potremmo un giorno guardarci indietro e scoprire che non ce la siamo cavati poi così male e che quella sensazione di sbandamento ha aperto tante porte e ci ha fatto riscoprire una forza che non pensavamo.
Per cui andiamo avanti anche così, saliamo su e vediamo che vento tira, cercando di tenere al meglio il timone e guardando ogni tanto all’insù, quanto è bello e immenso il cielo che abbiamo sulla testa. Indipendentemente da cosa accadrà domani.
“Leggero, nel vestito migliore, senza andata né ritorno, senza destinazione
Leggero, nel vestito migliore, nella testa un po’ di sole ed in bocca una canzone” (L. Ligabue)




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