Non ci sono ricette per essere buoni genitori. Tutti facciamo degli errori, anzi forse ne facciamo tanti di più quando ci sforziamo di essere tali.
Citando Winnicot, quello che dobbiamo cercare di fare è di essere dei genitori “sufficientemente buoni“, il che significa esserci con il cuore, ed esserci per come siamo, coi nostri difetti e, si spera, i nostri pregi.
Nostro figlio se ne fa ben poco di un genitore perfetto, ha bisogno di esempi, reali, concreti, spendibili poi nella sua vita.
E allora penso che il più grande esempio che possiamo dargli è quello della soddisfazione personale, di una buona dose di serenità verso se stessi e verso la vita che abbiamo. Ci si sofferma tanto sul cosa fare con i bambini, ma poco sul “come”, che è poi un ingrediente fondamentale di ogni intervento. Perché posso anche usare un tono autoritario, ma se non ne sono convinto, se non sono autoritario, sarò poco incisivo, e poco credibile.
Per questo, se vogliamo crescere bambini (persone!) felici dobbiamo prenderci il peso di esserlo per primi, perché loro guardano a noi come modelli pratici, e ciò che siamo rappresenta il nostro biglietto da visita, oltre tante, spesso inutili, parole.
Essere genitori felici significa sforzarci di essere persone serene, che seguono le loro passioni, i loro desideri. Insegniamo ai nostri figli ad appassionarci, ad infiammarci per qualcosa, ad accenderci, gli eviteremo di cercare di farlo in modo artificiale, attraverso le droghe, i rischi inutili.
Il duro mestiere del genitore porta ancora una volta al nostro centro, a ciò che noi siamo e portiamo avanti, e credo sinceramente che occuparci di noi sia un grande esempio per i piccoli che alleviamo.
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