Partiamo da un presupposto importante. Che voi siate etero o omosessuali in ogni caso siete due persone totalmente diverse. Quindi, se volete capirvi dovete prima di tutto dovete considerare che voi avete un vostro modo di guardare e interpretare la realtà. E soprattutto non aspettatevi dagli altri ciò che fareste e pensereste voi. Sembra una sciocchezza, ma non lo è, perché, di fatto, tendiamo ad aspettarci dagli altri ciò che noi facciamo. Per cui, ci attendiamo certe reazioni perché noi le avremmo.
Un esempio, magari sciocco. State camminando per strada e una persona inciampa in voi. Se vi capita che vi ignori e non si scusi potreste restare male, infastidirvi, e giudicarlo un cafone. Ma questo se è ciò che voi avreste fatto in tale occasione. Se invece voi per primi magari avete la testa sempre tra le nuvole, e non chiedete scusa perché siete distratti, o perché siete persone asciutte, ma non vi considerate maleducate, non ci restate male, e nemmeno lo giudicate un cafone.
Cogliete la differenza? Il nostro modo di reagire, di interpretare, di essere anche, fa la differenza, ed è molto facile incappare nell’errore di usare i nostri criteri come universali.
“Si fa così”. Come fosse un assolutismo. Passiamo alla coppia. Se lui non vi scrive mai messaggi al giorno, può darsi che non lo faccia perché é un tipo essenziale, o perché non ami scrivere, oppure ancora perché é pigro, o perché dà tutto per scontato. Però non è detto che non lo faccia “perché non vi ama”. Si cade spesso in questo meccanismo, soprattutto le donne. “Se lui non fa così, come io mi aspetto, allora significa che non mi ama”. Sembra una sciocchezza, ma non lo è! Perché se invece ci rendiamo conto che l’altro è davvero un pianeta diverso totalmente, allora questo sarà proprio il primo passo per capirsi. Mai usare quindi i PROPRI criteri per interpretare comportamenti altrui. Bisogna invece ricordarsi che ognuno è diverso, visceralmente, da noi.
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