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Realtà e sogno

Quando ci innamoriamo di qualcuno egli ci appare come una sorta di figura magica, mitologica. Lo vediamo come fosse circondato di un’aurea di mistero e trascorriamo ore a pensare a lui, sognanti. Questo ancora di più se la persona in questione non ci è sempre vicino, se abbiamo cioè lo spazio e il tempo di desiderarlo. Inizialmente cioè non vediamo la persona per ciò che egli è davvero, nei suoi pregi e difetti, ma ne vediamo solo alcuni aspetti a discapito di altri, idealizzandola. Ciò che fa sì che poi, passata la prima ubriacatura iniziale, torniamo più o meno lentamente alla realtà e scopriamo che il partner non è solo meraviglioso come sembrava, e anche lui o lei porta con sè il suo bel carico di difetti fastidiosi. Nello specifico: inizia a dimenticarsi le ricorrenze, si comporta come un’egoista, è troppo geloso, maschilista, oppure indeciso e senza intraprendenza. Insomma, c’è sempre qualcosa che non va, come del resto anche in noi, non dimentichiamolo!
Alcuni, davanti a queste scoperte infelici, tentano di negare l’evidenza, altri giustificano, razionalizzando (“L’ha fatto perché è stressato”), altri ancora si impongono di sopportare tutto, magari a causa di una scarsa autostima. Oppure, all’opposto, piombano nello sconforto più totale, vedendo solo i difetti, con un atteggiamento cinico, di chi oramai non si aspetta più di tanto dalla vita.
O ancora altri si buttano in una nuova relazione, convinti che prima o poi troveranno la dolce metà fatta su misura.
Dove sta allora l’equilibrio?
Chi ci è accanto è reale, necessariamente. Ha tratti per noi piacevolissimi e altri insopportabili. Sempre. Il primo punto è capire quali sono e se per noi sono gestibili o meno. Se si tratta di carattere o mancanza di rispetto ad esempio. Un uomo che si dimentica delle ricorrenze non è certo come uno che picchia la moglie….
Punto secondo è essere onesti con se stessi. Avere ben presente la realtà dell’altro e non prendersi in giro, non “raccontarsela”. Lei forse è un’egoista e basta. Lui forse non sa prendere decisioni. Sempre partire dalla realtà.
Punto terzo, in tutto questo non perdere di vista il sogno. Poter cioè continuare a sognare l’altro. Accade infatti che, soprattutto dopo qualche anno e una buona dose di atti concreti, come matrimonio e figli, l’altro perda la sua aria di “mito”, per sembrarci sempre più un esseruccio di cui già sappiamo tutto e che nulla ha da darci in più. Siamo sempre convinti di conoscere chi abbiamo vicino e quanto ci sbagliamo…ma questa è un’altra storia..
In ogni caso bisogna proprio allenarsi a continuare a sognare l’altro, tenerlo mito, personaggio oltre che persona. E questo si può fare un pò esercitandosi, un pò mantenendo spazi individuali, che permettono di non darsi per scontati. E in parte anche trovando momenti per sè, come coppia, per far vivere anche una parte più romantica.
Ricordarsi del valore che ha l’altro, del sentimento che si prova. Non solo appiattirsi sulla realtà.
La coppia ha bisogno di entrambi, sogno e realtà, nello stesso identico modo. 
Sogno come dimensione magica, in cui nutrire una storia della coppia, una dimensione impalpabile e magica.
Realtà per imparare ad accettarsi per ciò che si è nella quotidianità, nelle piccole cose, senza illusioni ma nemmeno inutili cinismi. Del resto la felicità richiede sempre un gran lavoro, ma sicuramente ne vale sempre la pena!   
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