La nostra giornata è fatta di incontri, di relazioni, con persone più o meno vicine a noi, più o meno intime. L’uomo è di per sé un essere sociale, che ha bisogno di stare con i suoi simili e di scambiare con essi: energie, opinioni, punti di vista, affetti, creatività, competenze.
Non tutti amano la compagnia allo stesso modo, non tutti necessitano allo stesso modo degli altri, ma, in linea generale si può dire che senza vere relazioni dentro di noi fa strada il vuoto.
Un vuoto affettivo, che compare inevitabilmente se non ci apriamo a qualcuno, se non gli vogliamo bene, se non rischiamo di metterci in gioco.
Una vita senza veri scambi è una vita povera, che porta a una sensazione di isolamento e solitudine. Spesso non si tratta di un vissuto dovuto a mancanza di contatti, bensì a una differenza più di tipo qualitativo, che spiega perché molti, pur immersi nel mondo colorato e accattivante della tecnologia, che porta loro continue occasioni di scambio, poi di fatto si sentono soli, troppo soli.
Possiamo essere soli anche in mezzo a una, cento, mille persone, se mai siamo e portiamo nel cuore almeno uno dei presenti. Perché il rischio oggi è proprio quello, di un chiacchiericcio continuo, ma futile, povero di contenuto, che si trasforma facilmente in un inutile e fastidioso rumore di sottofondo, come un pentolone che non smette mai di bollire e che alla fine disturba soltanto.
Perdiamo tanto tempo davanti ai social network, che possono essere una buona occasione di incontro, se ben usati, o soltanto un modo per far sì che i minuti trascorrano, addormentandoci la mente e le buone idee.
Per questo è importante fare attenzione a non perderci in mille relazioni che non sanno di niente, e metterci in una condizione di apertura verso l’altro, amare ed essere amati.
Perché solo questo ci permette di non sentirci soli.
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