Dott.ssa Annalisa Rausei  +39 349 3241594   scrivi una mail
BLOG DI PSICOLOGIA, BENESSERE, CRESCITA PERSONALE

FINE DELLA TERAPIA

I pazienti mi guardano un po’ storto quando dico loro che la terapia è conclusa. Pare strano, forse per i tanti e sbagliati luoghi comuni esistenti in merito, che il percorso terapeutico possa terminare, soprattutto se a proporlo è il terapeuta. In realtà la proposta viene fatta proprio perché si pensa che la persona sia pronta a lasciare lo studio e ad andare con le sue gambe, per cui anche se è il dottore a verbalizzarlo, spesso era già un pensiero nella testa del paziente. Fa certamente un po’ paura, fosse soltanto per l’abitudine che si è instaurata, quella di uno spazio per sé, che, passato il momento di crisi, resta comunque, se non una necessità, un tempo piacevole.

Come fa il terapeuta a valutare che è giunto il momento di proporre la chiusura? Da come la persona sta, dal fatto che da un po’ di tempo parli di argomenti più leggeri o che non abbia proprio granché da dire. E poi è molto una sensazione di pancia, è qualcosa che si avverte, grazie all’istinto e l’esperienza, si sente che un particolare ciclo è terminato, e che va concluso. Perché di fatto ogni crescita sembra presentarsi come un ciclo, che comprende dolore (purtroppo), nascita (di nuovi aspetti di sé e nuove consapevolezze), consolidamento, ritorno alla normalità. Per poi riproporsi tutto ad un ciclo successivo.

E la fine è importante, perché un modo per dire a se stessi che la tempesta è passata, che ce la caviamo benissimo da soli, e non bisogna restare in terapia così, senza alcun motivo  serio, senza necessità.

La conclusione verrà sempre proposta con piccoli passi e in modo graduale, non deve essere brusca, né improvvisa, per questo si inizia a diradare le sedute, sempre di più, fino a vedersi una volta al mese per poi concludere. Poi la porta è sempre aperta, alcuni a volte tornano, dopo anni magari, per una o qualche seduta, perché stanno magari vivendo un momento particolare e sentono il desiderio di ricevere sostegno e comprensione. Ma comunque è fondamentale che ci sia una chiusura e una definizione del tipo di lavoro che si sta facendo, perché, io dico sempre, se ho lavorato bene, allora la persona deve prendere la porta e andare, e andare con le sue gambe, con fiducia in sé, ma custodendo l’esperienza fatta e gli strumenti acquisiti.

Facebooktwitterlinkedinmail

Lascia un commento

Presente su

Ordine Psicologi Lombardia Psicologi Online Annalisa Rausei

Contatti

Bareggio (MI): Via IV Novembre, 109
Cornaredo (MI): Via San Martino, 22
Milano: Via Pier Paolo Pasolini, 4
+(39) 349.3241594
annalisa.rausei@gmail.com
Form di Contatto
P.IVA 00030008882
C.F. RSANL78H61H264H
Iscrizione Ordine Psicologi Lombardia n. 9860

Follow Me ;)

Facebooklinkedin