Non dormire è una delle peggiori torture al mondo. Ti ritrovi ad odiare il sorgere del sole, e ti senti come se davanti a te avessi un’enorme montagna da scalare per arrivare a sera, ovvero all’unica cosa che realmente ti interessa: poter finalmente riposare. O almeno provarci, nella speranza che vada meglio.
Escludendo le cause di tipo fisico, come può essere ad esempio una cattiva digestione, la Psiche dice la sua attraverso l’Insonnia in modi differenti.
Alla base c’è spesso una sindrome ansiosa, che non permette il riposo, ma che porta a vivere la notte come una perdita di tempo o controllo sulla realtà, che nel buio pericolosamente perde confini e punti di riferimento. Altre volte l’insonnia c’è perché la vita che si fa durante il giorno non permette grandi consumi di energia psichica, a favore della routine e della tranquillità, considerate come risorse irrinunciabili. In queste vite le emozioni si temono e non trovano posto, e una giornata priva di stimoli e reazioni emotive di una certa intensità non permette un consumo energetico tale da arrivare a letto stanchi. Sempre la solita vita, rassicurante, e sempre di paura di perdere il controllo si tratta.
La notte da sempre porta smarrimento e amplifica le preoccupazioni, ci obbliga a lasciarci andare ad un mondo dove non siamo noi i comandanti della nave, ma dove è indispensabile affidarsi e spegnere il cervello per poter davvero riposare. Simbolicamente vivere la notte significa anche affrontare l’ignoto, in un momento in cui tutti si fermano e la solitudine può diventare un peso difficile da portare.
Ma non è solo così, ovviamente (altrimenti, come dico spesso, farei un altro lavoro…). La notte è anche una possibilità, proprio per le sue caratteristiche di silenzio e indefinitezza. E’ l’occasione per fermarsi, non sapere dove si sta andando e sostare in questo sentire, permettersi di essere confusi, senza una strada ben chiara davanti a sé. Può spaventare, certo, ma può anche rappresentare la porta d’accesso a mondi e desideri nuovi, che solo una sosta e la capacità di attesa possono far nascere.
I piccoli dell’Uomo si formano nel ventre materno, che è buio, e così ogni progetto in Natura nasce dal buio e dal caos, del corpo e della mente. Voglio dire, con questo, che la notte e ciò che porta in sé non è solo perdita di riferimenti, ma anche e soprattutto una pausa e la possibilità, preziosa, di stare con se stessi e lasciar emergere nuove strade.
Provate a cercarlo, il buio, chiudete gli occhi e buttatevi dentro, nel suo silenzio e nello spazio interno che crea. Provate ad ascoltare il “rumore” del silenzio e a lasciarlo entrare nelle vostre orecchie. Sentite che pace.
Lascia un commento