Non amo molto il giorno di San Valentino, non mi dice granché. Mi sembra solo un modo per “sbrodolare” romanticismo fine a se stesso, poco simile a ciò che io considero l’amore autentico. E poi sono convinta che l’Amore, anche quello reale e non romantico, da solo serve a poco.
Ci si può davvero amare molto, in modo passionale e travolgente, ma se solo e soltanto quello è il collante di due persone, beh, resteranno tali, due, e non diventeranno una coppia. L’Amore è l’origine, il motivo per cui si sta insieme, ma non basta ad andare avanti serenamente, né a crescere insieme, a rispettarsi, a formare una famiglia e a difenderla. Senza nulla avrebbe sapore né senso, certo, ma da solo sarebbe come possedere la gemma più bella e unica al mondo e non sapere come indossarla né valorizzarla.
L’Amore è come una piantina rara e delicata che va fatta crescere e di cui bisogna costantemente occuparsi, anche con una buona dose di lucidità e razionalità. Ma ancora di più, penso, con altruismo, ascolto dell’altro e desiderio di andargli incontro, comprenderlo, quale Essere profondamente diverso e continuamente in evoluzione.
L’Amore da solo non basta perché devi “scegliere” di creare insieme all’altro qualcosa di nuovo, un “terzo”: l’unione dei due. Un modo di stare insieme che dipende dal fatto che voi due, solo voi, vi siete incontrati, un modo che rispetta le differenze, non vuole cambiarle, ma chiede di smorzarle, gestirle, sdrammatizzarle. Un equilibrio che è il risultato di personalità differenti e uniche e che, per ciò che accade dentro e fuori, richiede continui aggiustamenti.
Non è semplice, è complicato, è una scommessa e un rischio, perché se non si riesce fa male, tanto male. Ma quando si riesce, a venirsi incontro, rispettando l’altro e se stessi, è stupendo, perché significa che oltre all’Amore ci sono stati anche “Atti d’amore”, cioè azioni concrete nate dal desiderio di dimostrare, coi fatti, ciò che si prova. Non con le parole, i fiori, i cioccolatini. I fatti.
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